Consultare la vita digitale della nostra città e quella dei nostri amici, conoscere emozioni, tempi, spazi e relazioni, tutto in real time. E ancora: storie di innovazione, utili non solo a chi le crea ma anche a chi ne viene a conoscenza. Human Ecosystem Bari e Sentinelle di Innovazione sono rispettivamente un’installazione interattiva e una mostra della quarta edizione del Festival dell’Innovazione.

Human Ecosystem Bari è un’installazione interattiva che consente ai partecipanti di esplorare la vita di Bari in tempo reale, visualizzando sotto forma di mappe e grafici sociali le conversazioni digitali dei cittadini. Le interazioni su Facebook, Twitter, Instagram, Foursquare, vengono catturate e analizzate secondo tecniche e tecnologie di Natural Language Processing (in 29 lingue). Il 21, 22 e 23 maggio dalle 09:00 alle 23:00 al Teatro Margherita, sarà possibile a tutti vedere, capire e interagire, esplorando il “Museo in Tempo Reale della Città”.

Se non venissero raccontate, resterebbero ignote ai più, eppure si tratta di storie importanti che rischiano di rimanere nel chiuso di una bottega artigiana, di un’azienda o di un laboratorio di ricerca. Torna al Festival dell’Innovazione la nuova edizione del progetto narrativo Sentinelle di Innovazione. Fotografi, scrittori e videomaker pugliesi sono stati testimoni delle piccole grandi storie di innovazione nel lavoro in Puglia, narrandole attraverso fotografie, racconti brevi e video. Il 21, 22 e 23 maggio dalle 09:00 alle 23:00 al Teatro Margherita.

Tre storie d’innovazione raccontate attraverso la penna di tre scrittori pugliesi e la voce di due attori. Sono questi gli ingredienti del reading “Sentinelle di innovazione”, in programma il 23 maggio, ore 17, all’interno del foyer del Teatro Margherita di Bari. Carmela Vincenti leggerà “Chiamatemi Futuro” di Alessia De Pascale, racconto ispirato al consorzio L.A.Ser.Inn e “Nonostante la scimmietta” di Lino Castrovilli, storia  che racconta dell’impresa ICT, Marshmallow Games. Roberto Petruzzelli, invece, darà voce al racconto di Antonio Labalestra “La rete dei sognatori di opere gravi. La puglia tra leggerezza della pietra e gravità del pensiero”, che trae spunto dall’impresa Smetwork.